Teatro della Memoria - L'INFERMO...
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L'INFERMO - TRIONFO DELLA MORTE PER ATTORE SOLO
Giovedì 21 Marzo 2013 ore 21
Polo Museale S. Spirito (Via S. Spirito)
da D'Annunzio - Di e con Stefano Angelucci Marino
Produzione Teatro del Sangro (Lanciano)
Biglietti in vendita presso il botteghino del teatro (lun/ven 16.30/19.30) e online
In scena troviamo Giorgio Aurispa seduto su un elegante divano d'epoca, siamo nel 1894. Giorgio Aurispa è un intellettuale capace di sottilissime analisi, ma debole e irresoluto nei frangenti più decisivi, segnato da una intrinseca, originaria incapacità a vivere. Un leggero accento e una certa cadenza ne tradiscono le origini abruzzesi. Giorgio Aurispa, superuomo in perenne crisi, interessante anticipatore di un'altra figura chiave del romanzo italiano di fine secolo, l'Inetto (basti pensare all'omonimo libro di Italo Svevo); e la sua è una crisi fatale, di fatto una crisi d'identità,senza via d'uscita.
Tutto quello che doveva accadere è già accaduto. Giorgio racconta - rivive la sua storia per gli spettatori, ed è un racconto malato, ossessivo, per frammenti. In questa narrazione tutta giocata tra realismo e visionarietà, si arriva ad assistere sul palcoscenico alla materializzazione di ambienti, sogni, persone, suoni, voci e oggetti che rimandano a parte dei contenuti del vissuto e dell'immaginario di Giorgio. L'elegante divano, grande e particolarmente curato, si rivelerà essere il ricettacolo di tutto il rimosso della vita e dell'anima del protagonista.
Un attento ed originale disegno drammaturgico riportato in un complesso lavoro di scrittura scenica. Sotto il segno di un'apparente linearità narrativa, si strutturano una serie infinita di piani diversi. Le geometrie di un rapporto famigliare malato delineano un universo di difficoltà, di cadute, di impossibilità, di limitazioni. La nitidezza espressiva di tutto il progetto e la forte intensità dell'interpretazione rendono appieno la fitta dinamica delle relazioni.
Ossessioni tragiche, oscure neurosi, selvagge nefandezze e fantasie oniriche, bagni di sangue e cupidigie irriducibili, voglie di vendette e languori splenetici attraversano la produzione letteraria e teatrale dannunziana mettendole i coturni, innalzandola cioè verso aure sublimi o sprofondandola in notturni deliri: d'Annunzio pretende infatti un teatro, una rappresentazione inverosimile, innaturale, mitica, per sfuggire ai condizionamenti della scena quotidiana. Mito, dunque, in quanto condensazione / spostamento del reale, il che implica un'ulteriore manifestazione del travestimento.
La tensione allo scacco, di questo si vuole raccontare, di questa particolare tensione vogliamo rendere testimonianza con questo spettacolo. La tensione allo scacco è il punto di fondo delle opere narrative e teatrali di Gabriele d'Annunzio, proprio in contrasto con il progetto di rivincita e di conquista che appartiene al superuomo.