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VINCENT VAN GOGH - L’ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO

RECENSIONE DI “VINCENT VAN GOGH - L’ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO”
Mercoledì 19 Febbraio 2020 il Teatro Comunale Fedele Fenaroli di Lanciano ha ospitato la compagnia del Teatro Stabile d’Abruzzo con lo spettacolo “Vincent VAN GOGH – L’odore assordante del bianco”, pièce scritta dal drammaturgo Stefano Massini, la cui produzione è stata affidata a Tommaso Mattei, Aldo Allegrini, con la supervisione artistica dell’attore tra i più affermati nel panorama artistico italiano Alessandro Preziosi e la regia di Alessandro Maggi. La rappresentazione teatrale, come già preannuncia il titolo, è incentrata sul personaggio del pittore Vincent Van Gogh, in particolare nel periodo in cui era ricoverato nell’ospedale psichiatrico di Saint-Rémy in Provenza, dove è stato portato in seguito ad un atto folle che lo ha condotto perfino a tagliarsi un orecchio. Qui avviene il dialogo con suo fratello Theo che lo va a trovare e l’artista lo prega di portarlo fuori da quel posto che lo stava facendo andare di matto. Nel titolo è racchiuso anche il concetto del colore bianco percepito come assordante, nella rappresentazione infatti il protagonista non riesce più a vivere con l’assenza dei colori, dato che nell’ospedale tutto è bianco, perfino i fiori sono bianchi. Il forte peso della rappresentazione è incentrato sulla psicologia di Van Gogh, personaggio abbastanza complesso, non semplice da interpretare, ma la professionalità e lo studio per una buona resa da parte di Alessandro Preziosi sono riusciti a ridare vita a uno degli artisti presi più di mira al tempo per il suo malessere psichico e perciò emarginati dalla società del tempo. La scenografia, semplice ma efficace, riproduce una stanza di un ospedale psichiatrico senza colore, che ricorda proprio il luogo dove l’artista ha dovuto trascorrere parte della sua vita, facendo capire allo spettatore la sofferenza che lui provava e perché lui impazziva ancora di più rinchiuso lì dentro. Lui aveva bisogno di sfogarsi con la sua arte, ma rimaneva incompreso, come del resto capita a qualsiasi genio riscoperto postumo.

 


Vitullo Sofia, Liceo Classico.

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