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VAN GOGH-L’ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO

“VAN GOGH-L’ODORE ASSORDANTE DEL BIANCO”

“Vincent Van Gogh-l’odore assordante del bianco”: così è intitolato lo spettacolo scritto e ideato da Stefano Massini ed Alessandro Maggi, che vede protagonista Alessandro Preziosi nel ruolo del celeberrimo pittore. Nel bel mezzo di una scenografia completamente inondata dal bianco, un colore non casuale, somma di tutti i colori e per antonomasia luce della riflessione e del pensiero, si muove il protagonista. Quest’ultimo offre al pubblico un soliloquio profondo ed incalzante, che perdura sia nello spazio che nel tempo. Per circa un’ora e mezza è il protagonista a parlare di sé, sia attraverso un monologo sia nel bel mezzo del dialogo con il fratello Theo, in cui si colorano (forse anche maggiormente rispetto al monologo) tutti i tratti peculiari della sua indole. Ne traspare tutta la forza interiore conservata nel suo animo, la determinazione violenta che lo porta all’esasperazione delle sue abilità e della sua immaginazione. Van Gogh è allo stesso tempo vittima di un mondo che non lo comprende e colpevole di una fortezza che non lo porterà mai ad arrestarsi. È vittima poiché la sua “follia” viene presa come bersaglio per scagliarvi le più svariate critiche. L’artista è considerato “creatore” solo nel momento in cui è nel massimo della sua pazzia, ma Van Gogh è cosciente del suo stato. Al termine di questa fase piuttosto irrazionale, dopo esser tornato nei suoi panni e dopo aver ripreso tutta la consapevolezza necessaria, racconta la sua follia attraverso il pennello ed il colore. Colore che questa volta non è più bianco, è testimonianza di tutte le sue esperienze, passioni, sentimenti e del percorso interiore che lo contraddistingue. Nel testo di Massini, in realtà, più che un Van Gogh non compreso, vediamo una personalità che si trova ad attraversare non tanto, o non solo, una forte instabilità ben conosciuta dal pubblico, ma un insieme di situazioni, imposte dal manicomio e da come veniva organizzato. Tutto nel testo risulta essere “assordante”: la voce del medico, dell’ignoranza e del pregiudizio, la razionalità di Theo, la forza creatrice del pittore ed, infine, la stessa scenografia, che, invece di esser contrassegnata dall’aggettivo “accecante” (in quanto ci si concentra sull’aspetto visivo), viene personificata: è la scena a diventare un vero e proprio personaggio che racchiude tutti gli altri e incarna tanto quanto Preziosi l’anima di Van Gogh.

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