Log in

RECENSIONE DI “COSI’ E’ (SE VI PARE)”

“Così è (se vi pare)”, opera teatrale di Luigi Pirandello, andata in scena al Teatro Fenaroli di Lanciano il 10 febbraio, è interpretata da attori di altissimo calibro come Milena Vukotic, Pino Micol e Gianluca Ferrato e con la rilettura registica di Geppy Gleijeses. Quest’ultima è proprio ciò che colpisce di più già dall’inizio dello spettacolo quando i personaggi ci vengono rappresentati in forma di piccoli ologrammi che ci introducono al curioso mistero che coinvolge il Signor Ponza, la sua Signora e la Signora Frola, suocera del primo, i nuovi arrivati in città in seguito alla tragedia del terremoto che aveva distrutto la loro abitazione e raso al suolo il paese. Sembra infatti che il Signor Ponza tenga la moglie chiusa in una stanza mentre la madre può vederla solo da lontano e proprio questa strana situazione suscita una forte curiosità, tanto nei personaggi quanto nello stesso pubblico.

Gli stessi personaggi poi ricompaiono in forma normale e circondati da un labirinto di specchi, altro elemento che colpisce fortemente gli spettatori e che fa risaltare l’attenzione data all’aspetto del relativismo della verità come uno dei temi fondamentali di tutte le opere pirandelliane e in special modo di questo spettacolo. Infatti già dall’inizio ci vengono presentate due verità differenti: il Signor Ponza afferma che sua moglie, nonché figlia della Signora Frola, sia in realtà morta e che lui si sia poi risposato; tuttavia la suocera, impazzita per la perdita, sarebbe convinta che la figlia sia ancora viva e lui e la sua seconda moglie la starebbero assecondando; la Signora Frola invece afferma che la figlia sarebbe stata ricoverata per via dello strano amore che il marito prova per lei e che una volta tornata a casa questo si sia convinto che si tratti di un’altra donna. A rafforzare poi il senso di relativismo, è la completa indifferenza provata dal sarcastico Laudisi, interpretato da un incredibile Pino Micol, in contrasto con il desiderio quasi ossessivo di tutti gli altri di conoscere la verità, e il fatto che ogni personaggio creda all’una o all’altra versione dei fatti, quasi anticipando la risposta finale, ovvero la mancanza di una risposta.

Uno spettacolo quindi che colpisce già dal suo inizio, che ci fa partecipare alla curiosità e alla ricerca dei personaggi e che lascia l’amaro in bocca nel suo finale, il cui compito non è quello di soddisfare ma di lasciare insoddisfatti e soprattutto di far riflettere sull’impossibilità per l’uomo di arrivare a riconoscere la realtà.

Sara Sarchese del liceo classico Vittorio Emanuele II

Log in or Sign up