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In nome della madre

Sulle profonde note del contrabbasso che costituisce l’unico accompagnamento dell’attrice protagonista e che organizza il ritmo della scena, dandogli colore e cadenza, a volte armonioso e fluido, a volte tetro, è messa in scena una delle più note vicende della Cristianità: l’annuncio della maternità di Maria (Miriam) e la nascita di suo figlio Gesù (Ieshu).
E’ Maria stessa a parlare e ad aprire il suo cuore attraverso un lungo monologo, in cui ricorda l’annuncio ricevuto dall’angelo, la confessione a Giuseppe e il suo successivo traviamento, la scelta del promesso sposo che, mosso dall’amore e dalla fiducia per lei, decide di andare contro l’intera comunità e la legge del tempo e di sposarla ugualmente…Descrive la malignità delle donne e la cattiveria del paese, il censimento obbligatorio e il parto in Betlemme.
Nonostante la notorietà della vicenda e la molteplicità delle fonti che nel tempo hanno parlato di essa, il famoso scrittore Napoletano Erri De Luca è riuscito ad esprimere una visione originale e innovativa che si incentra soprattutto sulla figura della Madonna; è un’interpretazione che ha fatto discutere anche i membri più autorevoli della Chiesa, che gli imputano di aver sconfessato e privato la Vergine della sua “aureola divinizzante”. La Maria di cui ci parla è innanzitutto una donna, della quale vengono messi in scena i suoi aspetti più umani. È infatti una ragazzina di soli sedici anni che di colpo vede interrotta la sua adolescenza da una causa più grande di lei. E il suo grande merito è stato quello di accettare con serenità il disegno di Dio, senza porsi scrupoli o domande ma fidandosi del mistero che avviene il lei. Piuttosto è il promesso sposo Giuseppe che vive questa vicenda con animo travagliato, ma che la supera senza titubanza nel momento in cui si accorge che la vita della moglie e del figlio che portava in grembo potevano essere messe in pericolo. Si oppone fermamente alla sua comunità, che aveva etichettato Maria come una traditrice, e ha il coraggio anche di mettersi contro le leggi di allora. E’ la bellissima storia di due fidanzati che con il loro amore riescono a fronteggiare i terribili pregiudizi di una società antica e chiusa che non poteva concepire questi accadimenti.

La compagnia del teatro Minimo di Bergamo, diretta dal regista Umberto Zanoletti, è riuscita a mettere in scena con maestria questa storia così famosa senza cadere nella ripetitività ma riuscendo a trasmettere le sensazioni,i pensieri, le ansie, i dubbi, le attese di una donna rimasta incinta all’età di soli sedici anni.
Lanciano ha avuto l’onore di ospitare per tre volte gli spettacoli della compagnia di Bergamo, che proprio nel teatro Fedele Fenaroli, alla presenza di un pubblico attento e incantato, ha messo in scena la prima internazionale riproponendo il capolavoro di De Luca.
Al termine della rappresentazione, il pubblico esprime il suo apprezzamento con un applauso unanime e di gradimento; una menzione particolare va all’unica attrice salita sul palcoscenico, che ha tenuto a bocca aperta l’uditorio con un monologo appassionato e mai noioso, ma ricco di movimento e di dinamicità. Lei racconta in prima persona la vicenda della giovane Maria dal momento dell’Annunciazione fino al parto avvenuto in Betlemme, nella solitudine di una stalla. Emerge l’animo e la personalità di una ragazzina illuminata dallo Spirito Santo (piena di grazia appunto) che affronta con sorprendente serenità e senza ripensamenti un mistero a cui lei non può accedere. Aiutata da Giuseppe(Ioseph), riesce a trovare la forza per perseguire il compito assegnatole da Dio.

Cosimo Pedullà-II B-LICEO CLASSICO, Lanciano

Ultima modifica ilLunedì, 03 Novembre 2008 00:14
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