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LA GRANDE GUERRA - 4 dicembre 2008

Lo spettacolo “La grande guerra” messo in scena da Carlo Bertinelli, attraverso immagini dal fronte poesie, discorsi politici e lettere di gente comune e non rievoca gli aspetti più significativi della prima guerra mondiale.
La drammaturgia iniziale si snoda in rapide scene partendo dai discordi pareri di intervistati e non, mentre sullo sfondo un grande video riporta scene dal fronte.
Sullo sfondo di questo affresco storico, spiccano personaggi illustri come Gabriele D’annunzio e le sue gesta e l’attrice Eleonora Duse.
Sulle scene si alternano i due attori principali, Carlo Bertinelli e Alessandra Brocadello che interpretano vari personaggi, da quelli illustri a personaggi comuni che raccontano le loro tristi esperienze sul fronte: un’infermiera ricorda la prima volta in cui ha assistito all’amputazione di una gamba; un sacerdote racconta la disperazione che tutti i giorni vede negli occhi dei soldati e una vedova cerca disperatamente notizie di suo marito.
Lo spazio scenico diviso in più scene e i costumi dell’epoca ricreano sapientemente la cronologia storica.
Gli oggetti assumono un ruolo importante sIa come supporto alla storia, che come valore simbolico: la radio che comunicava i bollettini di guerra, la neve che segna il passare del tempo quindi la stagione invernale,le carte deposte sui sacchi della trincea rappresentano le lettere scritte e mai lette perché gli autori, come le foglie poste sopra la trincea, erano morti.
I fogli di carta, cioè le lettere mai lette e le foglie, ossia i corpi dei caduti, sono i simboli più suggestivi e importanti per percepire il dolore della guerra, il dolore della vita che se ne va, il dolore di chi non ha potuto mai leggere le ultime lettere di tanti soldati periti in questa terribile guerra.
Le immagini e le scritte sui pannelli puntualizzano i momenti importanti di questa guerra e la voce fuori campo lega il racconto storico e rende più chiaro Io svolgimento dei fatti.
Un ruolo importante e’ svolto dalle musiche eseguite dal vivo da Filippo Albertini, che accompagnano le scene trasmettendo forti emozioni: paura sgomento, nostalgia, il senso di vuoto e di distruzione che la guerra produce.
Il linguaggio sonoro accompagna anche le scene di movimento proiettate sullo schermo.
Suggestiva l’introduzione all’intervento in guerra con una poesia di Ungaretti “Foglie” magistralmente declamata e che introduce la simbologia della foglia che cade. Una foglia per ogni uomo che mai più farà ritorno a casa. Il potere distruttivo della guerra, con semplici scene, pochi effetti, musiche coinvolgenti, una buona interpretazione degli attori, sempre ben calati nel personaggio é stato percepito da tutti nella sua drammaticità.

Scuola Media Statale
“Umberto I”, Lanciano
Classe III B

Ultima modifica ilMercoledì, 24 Dicembre 2008 10:36

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