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La Locandiera - 15 gennaio 2009

“La Locandiera” è uno dei capolavori più noti di Goldoni per la vivacità e la complessità del personaggio femminile, Mirandolina, che ne è protagonista e che dovrebbe costituire il ‘carattere’ della donna ammaliatrice e crudele. La commedia si apre sulle dispute fra il Marchese di Forlipopoli e il Conte d’Albafiorita entrambi innamorati di Mirandolina. La loro rivalità amorosa si innesta però su una diversa collocazione sociale e economica, che rende ancora più litigiosi i due personaggi. In una posizione di sostanziale equidistanza fra conte e marchese si colloca invece il Cavaliere di Ripafratta, vero protagonista maschile della commedia. Convinto misogino, ritiene le donne la peggior disgrazia che possa capitare agli uomini e si comporta di conseguenza. Ma proprio questa netta chiusura nei confronti del gentil sesso che induce Mirandolina a usare tutte le proprie armi per farlo innamorare e … punirlo. Il Marchese di Forlipopoli è nominalmente il più ricco dei tre, ma è pressoché privo di mezzi e ciò aumenta la sua avarizia e grettezza. Tuttavia non vuole ammettere che la sua meschinità possa scalfire la sua immagine aristocratica, ‘Son chi sono’ viene ribadito più volte e Goldoni con questa battuta riesce pienamente nel suo intento caricaturale di un ceto, come quello aristocratico, ormai fuori dal tempo e incapace di adattarsi alle nuove realtà storiche. Il Conte d’Albafiorita è invece il più ricco, tanto da essersi comprato il titolo e pensa, naturalmente, di poter risolvere ogni cosa, anche l’amore, con il denaro. Il Cavaliere di Ripafratta impersona una piccola nobiltà, né particolarmente attaccata alla propria condizione aristocratica (come il Marchese), né particolarmente fiduciosa nella ricchezza (come il Conte). Suo tratto caratteristico è un odio per le donne che lo rende estraneo e asociale rispetto al clima di convivialità che regna nella locanda. Il cavaliere si fa scudo con la misoginia per mascherare le proprie debolezze. Ed infine Mirandolina, esponete della piccola borghesia imprenditoriale, che anche se inferiore per collocazione sociale, trionfa sui suoi pretendenti sfruttando al meglio tutte le armi di cui dispone. La sua femminilità si esprime attraverso l’arte della cucina, i vezzi e i merletti che la rendono ambita dai suoi avventori. Goldoni sembra aver voluto rappresentare nella figura di Mirandolina la quintessenza della scaltrezza femminile. La locandiera, con la sua diabolica capacità di dissimulazione e la sua impietosa determinazione a prendersi gioco della sua vittima, e il Cavaliere diventano, nelle intenzioni ‘morali’ della commedia due modelli ‘in negativo’ di come non si devono intrattenere relazioni tra i due sessi.

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