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L'uomo di Tarso - 6 marzo 2009

“Jobel è il suono del corno dell’ariete, lo Shofar, che chiama a raccolta le genti per comunicare loro l’inizio di un anno di speranza, giustizia e riconciliazione”.

Jobel teatro, gruppo stabile di ricerca, produzione e formazione teatrale, presenta “L’uomo di Tarso”, per la regia di Lorenzo Cognatti.
San Paolo nasce a Tarso verso il 5-10 d.C. Ha due nomi: Paulus, quello romano e Saul, quello ebraico. Accanito persecutore dei cristiani, li insegue per eliminarli, ma durante un viaggio a Damasco, il Signore si rivela a lui, accecandolo. Anania, il capo della comunità religiosa di Damasco, lo guarisce e lo battezza. Dopo aver trascorso una vita dedita al Signore e alla predicazione cristiana, Paolo muore a Roma, condannato a morte per la sua fede.
Paolo, dunque, è un personaggio complesso ma, allo stesso tempo, ricco di fascino e di sincerità d’animo. “Interpretare Paolo è un atto d’amore” afferma, infatti, l’attore, che maestosamente lo interpreta, poiché l’arduo compito di Saul è quello di diffondere in tutto il mondo il messaggio di Colui che era considerato “stolto dai pagani e scandalo dai giudei”, Cristo.
La luce abbagliante di Damasco, la cecità, la confusione e la sofferenza rivelano all’Apostolo delle Genti il senso della sua vita e la missione della sua anima: la fede in Cristo. Egli annuncia apertamente la verità, con coraggio e devozione, affinché essa possa essere “la corazza della giustizia e lo scudo della fede”, augura al mondo intero di desiderare “il dono dell’amore che edifica”, testimonia la forza della parola, della speranza e del bene.
Durante lo spettacolo, la figura di Paolo è impreziosita da tre straordinari artisti, che interpretano a loro volta personaggi e idee, unendo la spiritualità con l’umorismo e la drammaticità. Alternanza di ritmo, stacchi di tono, cambiamenti improvvisi di luci e situazioni sottolineano i diversi modi di interpretazione della figura di Paolo, rendendolo un personaggio completo e, allo stesso tempo, emblematico. I gesti, i corpi, le musiche e le voci trascinano il pubblico in un vortice di emozioni, che scuotono la mente e il cuore.
Danza, luce e canto si fondono con la professionalità e la freschezza di quattro giovani attori, che rendono “L’uomo di Tarso” uno spettacolo entusiasmante e commovente.
Una profonda e coinvolgente riflessione sulla vita di san Paolo e la genuinità del teatro mettono in risalto un messaggio profondo e autentico di conoscenza dei valori e dell’identità del messaggio cristiano.

Giada Nicoletta De Gregorio VE liceo scientifico Lanciano

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