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Uomo e galantuomo

L'opera "Uomo e galantuomo", scritta da un giovanissimo Eduardo De Filippo nel 1922, è inserita nel gruppo delle opere "Cantata dei giorni pari". Opera che manca di un equlibrio tra le "parti"(data la giovane età dell'autore) e che si affida alla presenza scenica del protagonista che fa da trait d'union alle varie storie che si susseguono a ritmo serrato.

Lo spettacolo, poco curato nella scenografia e nei costumi, è venuto a mancare proprio nella sua peculiarità, cioè la lettura della condizione tragica, seppur in chiave farsesca, della compagnia di teatranti (Uomini) e quella superficiale dei ricchi (Galatuomini). E’ venuto meno quel “trait d’union” del protagonista don Gennaro De Sia (Francesco Paolantoni ) Poco credibile la figura di don Alberto De Stefano (Nando Paone) che avrebbe dovuto calcare la scena con la leggerezza della sua condizione di giovane ricco, dell’ alta borghesia napoletana dei primi del ‘900, bello e innamorato. Sciatta la recitazione dell’attrice che interpreta la mamma di Bice e troppo caricaturata la parte della cameriera dell’albergo.
Il pubblico ha comunque apprezzato le doti comiche ed umoristiche del protagonista al quale ha tributato numerosi applausi.
Tommaso Di Tonno
Ultima modifica ilMartedì, 13 Aprile 2010 16:34

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