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L'EBREO - 29 novembre 2010

In seguito alla Seconda Guerra Mondiale pochissimi si sono interessati al ritorno in patria degli ebrei; ancora meno, durante le deportazioni, si è tentato di evitare che questi nostri concittadini ci venissero, per così dire, strappati.
Terminati i conflitti, nessuno voleva ricordare eventi così drammatici, ai quali ognuno aveva preso parte, a tal punto che sappiamo che la stessa Natalia Ginzburg, ebrea, si oppose alla pubblicazione dell'opera di Primo Levi.

Questo desiderio di dimenticare è fortemente presente ne "L'ebreo", spettacolo di debutto a teatro per Ornella Muti.
Ben diverso è il personaggio di Immacolata dai ruoli solitamente interpretati dall'attrice: non è una donna dolce e comprensiva, anzi, è quasi il contrario. E' una donna cinica, determinata, attaccata più che mai ai beni materiali, incapace di pensare ad una vita priva di questi, come lei stessa dichiara, che, tuttavia, non appartengono a lei nè al marito. Questi beni, infatti, sono passati a loro durante il periodo delle leggi razziali per evitare che il vero proprietario, un vecchio ebreo, datore di lavoro di Immacolata e del marito, li perdesse.
Da molto tempo, però, la guerra è finita e dell'ebreo non c'è alcuna traccia. Questo porta al grande "equivoco" del finale, all'indomabile desiderio da parte della donna di non voler rinunciare a quella che da anni ormai è diventata una vita da benestante, desiderio tanto grande da non farle neppure ipotizzare il ritorno del padrone. Infatti sia ad Immacolata che al marito sembra di averlo visto, ma non vi è mai, durante lo spettacolo, segno tangibile della sua presenza. E' forse un fantasma del loro incoscio? Il senso di colpa che inizia a farsi strada nelle loro coscienze? E' probabile. Così com'è altrettanto probabile che la coscienza della donna non esista affatto, che sia stata schiacciata ed eclissata completamente dall'agiatezza della sua vita attuale. Ed è proprio la paura di perdere questa vita, la paura di tornare ad essere un'umile lavoratrice che la porta a convincere il marito a compiere un omicidio, finendo con l'uccidere un loro amico, che credevano fosse l'"ebreo".

Uno spettacolo da vedere, in quanto in grado di richiamare alla mente tematiche spesso celate della nostra storia.
Ultima modifica ilGiovedì, 17 Marzo 2011 10:44

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