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Chi ha paura muore ogni giorno

CHI HA PAURA MUORE OGNI GIORNO- I miei anni con Falcone e Borsellino

Venerdì 20 Gennaio, insieme all’apprezzatissima Francesca Ceci, ha debuttato a Lanciano, sullo sfondo di un imponente albero di Magnolia divenuto ormai simbolo della lotta alla mafia, Giuseppe Ayala, un personaggio di grande spessore sociale e politico. In qualità di scrittore del libro da cui è tratta la conferenza-spettacolo, di magistrato che visse gli anni di fuoco in cui Giovanni Falcone e Paolo Borsellino erano posti nell’occhio del ciclone tra mafia e politica, ma soprattutto come uomo, cittadino e compagno dei due giudici protagonisti, Ayala testimonia con profonda partecipazione emotiva gli eventi vissuti sulla propria pelle, allo scopo di favorire, attraverso il racconto della sua esperienza personale, una presa di coscienza nei confronti di un tema ancora troppo attuale, quello della mafia.
Nel corso dello spettacolo Ayala racconta con molta franchezza quali grandi personaggi si celavano dietro queste due importanti figure, il tempo passato insieme e i frequenti viaggi, ufficiali e non, affrontati in loro compagnia e in particolar modo, come confidenzialmente rivela, l’onore per lui stesso e per i suoi familiari di aver avuto al proprio fianco due uomini esemplari che hanno reso orgoglioso il nostro Paese nel mondo.
In un secondo tempo, indossando le vesti di uomo di giustizia, ripercorre passo per passo tutti gli attentati e le stragi avvenute per mano mafiosa nel decennio dall’82, anno dell’omicidio Dalla Chiesa, alla strage di Capaci del ’92, in cui Falcone e la sua scorta persero brutalmente la vita; successivamente il maxi processo collegato a tali eventi cui parteciparono 360 imputati e 19 boss di Cosa Nostra, fino ad arrivare a descrivere lo stretto rapporto che intercorreva con la classe politica del tempo. Ne deriva un lungo racconto di storie di uomini legati insieme dalla corsa alla supremazia e ad un potere che non si fa scrupolo di nessuno, un excursus attraverso il quale Ayala desidera sensibilizzare ancora di più un Paese che ha già particolarmente a cuore questi temi e la ricerca di una soluzione definitiva al problema mafioso; “la mafia è un fenomeno umano che come tutti gli altri ha un inizio, uno svolgimento e una fine”, disse saggiamente G. Falcone, ma non possiamo affatto pensare che questa apparente situazione di “pax mafiosa” di questo ventennio dall’ultima di quella serie di stragi possa identificarsi come la fine, poiché la mafia cesserà di esistere solo quando l’unione e la collaborazione tra i cittadini e i propri rappresentanti sarà più forte di qualsiasi forma di prepotenza.

Francesca De Simone IA
Ultima modifica ilGiovedì, 16 Febbraio 2012 09:59

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