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La corruzione ci circonda..

Martedì 6 marzo 2012,alle ore 21,al Fenaroli di Lanciano è andato in scena lo spettacolo teatrale intitolato \\\"A cosa servono questi quattrini?\\\",scritta da Armando Curcio;questa è una commedia napoletana,divertente e attuale come tema anche nei nostri giorni,nonostante sia stata rappresentata per la prima volta nel 1940. Una famiglia composta da una zia e un nipote,Vincenzino,a causa della povertà che incombe ogni mese,deve fare i conti con i soldi che mancano sempre,soprattutto da quando Vincenzino ha lasciato il suo lavoro di falegname per seguire gli ideali e i modelli superficiali di un uomo,Eduardo Parascandoli,un marchese,chiamato in maniera differente nel quartiere:il professore,il filosofo,ecc..e comunque un uomo che per dar sfogo ai suoi vizi,specialmente al gioco d\\\'azzardo,diventa serenamente povero. Il suddetto insegnante tramite la filosofia e citazioni di illustri filosofi(Socrate,Platone,Aristotele,Diogene), essendo lui un seguace dello stoicismo,abbaglia questa povera famiglia spiegando loro che i \\\"quattrini non servono a nulla\\\",in quanto ciò che è importante è solo l\\\'apparenza di avere denaro. Tale affermazione viene dimostrata attraverso un inganno semplice,ma efficacie:un giorno nella misera casa della famiglia arriva un notaio che comunica loro la riscossione di un eredità di un lontano zio dell\\\'America deceduto,poi a causa della negligenza il giovane perde i 500mila lire,e ciò scatena l\\\'ira della zia che va via di casa delusa e amareggiata. Ormai tutti sono venuti a conoscenza della fortuna acquisita da Vincenzino e sarebbe troppo rischioso rivelare la successiva sventura, poichè i due perderebbero la fiducia,giunta loro unicamente dopo l\\\'eredità ricevuta,della più ricca famiglia di Napoli,che desidera far convogliare a nozze la loro figlia con Vincenzino,il quale inizialmente invano la corteggiava. La nobile famiglia deve fare i conti con gli usurai,dato che sono ricoperta di debiti,e con gli anni l\\\'interesse dell’ingente somma prestata è salita al 30%;determinante è la buona parola di Parascandoli con un altro strozzino che acconsente il prestito di una somma di 100mila lire con il 7% di interessi a patto che gli si dia in garanzia l’eredità..(andata persa). Alla fine Eduardo rivela l’inganno,e corona la scena con una morale:”a che servono questi quattrini?”,ormai nella società conta soltanto l’apparire,basta la fama di ricchezza per procurarsi crediti da tutti,e non c’è neppure bisogno di lavorare o di possedere proprietà,ma occorre agire con furbizia .Questa è una commedia davvero esilarante,comica,che affascina,imperdibile..ma che,in verità, porta a riflettere sull’utilizzo ingiusto del denaro e del valore improprio che gli affibbiamo,è come se la vita umana al giorno d’oggi ruotasse unicamente intorno alla ricchezza e al desiderio di accumulare sempre più,senza mai accontentarsi,accantonando,di conseguenza,l‘attenzione all‘anima e allo spirito,che,invece,dovrebbe essere l’aspetto da curare per una salvezza dopo la morte. Questa è una prospettiva di vita velleitaria,erronea,l’uomo dovrebbe prendere a modello i grandi avi e il loro mos maiorum,che a causa del potere è andato svanendo nelle civiltà,così da poter acquistare e raggiungere la vera felicità! Sara Cavacini,III C,Liceo classico Vittorio Emanuele II
Ultima modifica ilLunedì, 19 Marzo 2012 16:30

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