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MISERIA E NOBILTA'

Miseria e nobiltà è un'opera in prosa la quale rappresenta due diverse situazioni: la povertà e la ricchezza appunto. La prima è caratterizzata da un'allestimento scenico quasi mancante, nel senso che gli ambienti sono ridotti al minimo: sulla scena compaiono infatti solo un tavolo, alcune sedie e delle valigie sul retro. Oltre ad esserci pochi elementi, l'ambientazione è resa in modo spettrale, considerando che i pochi oggetti presenti sono tetri e "vissuti" (talmente vecchi da parere proprio inutilizzabili). La seconda, invece, presenta una scena ben curata e ricca di elementi rappresentativi, quali quadri recanti cibi e cuochi oppure soggiorni ben adornati; si tratta infatti di un ricco palazzo ereditato da un cuoco (la cui figlia intende divenire moglie di un marchese) che prestava servizio presso un nobile inglese. Nella prima scena sono rappresentate le drammatiche vicende di una famiglia povera e dei suoi coinquilini, costretta a vivere in miseria; nella seconda gli stessi personaggi cambiano le loro abitudini, fingendosi parenti del marchese il quale desidera sposare la figlia del ricco cuoco. Tra inganni e trucchi, la serva della figlia del cuoco ritrova il marito che tanti anni prima l'aveva tradita e che non le aveva più permesso di rivedere il loro unico figlio. Per una strana coincidenza lo stesso figlio si trova a lavorare presso il famoso cuoco. Alla conclusione dei fatti l'imbroglio viene scoperto...tuttavia il padre del marchese, prima contrario alle nozze con la bella fanciulla della quale si è invaghito il figlio, ora acconsente ad accogliere in famiglia la sua futura nuora.

Gli attori recitano in napoletano, particolare non indifferente dal momento che la maggior parte di essi proviene da località toscane o umbre. Lo spettacolo ha coinvolto in modo soddisfacente gli spettatori, specialmente per l'espressività dei gesti e la completa immedesimazione dei personaggi.

 

Federica Pace, IV G Liceo Scientifico Galileo Galilei, Lanciano

 

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