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Il Fu Mattia Pascal

“Il fu Mattia Pascal” - versione teatrale di Tato Russo dal romanzo di Luigi Pirandello, regia dello stesso - si caratterizza per l’omogeneità e insieme l’equilibrio della scrittura drammaturgica. Trasformare un romanzo in un\\\'opera teatrale è un lavoro molto arduo che richiede soprattutto una perfetta abiltà e competenza, in questo caso ben riuscito.La complessità di “Il fu Mattia Pascal”.Mattia Pascal è un uomo che vive due volte: una prima identità, quella reale, la spende in una esistenza sacrificata per controverse ragioni economiche e accanto ad una donna che non ama ma che è stato costretto a sposare poiché da lui aspettava un figlio e, per contro, ha dovuto rinunciare a quella che ama, anche lei aspetta un figlio da lui. Una fuga dalla famiglia per disperazione e un paradossale equivoco (viene riconosciuto in una persona trovata morta) lo fanno vivere una seconda identità, quella di Adriano Meis. Cogliendo l’occasione di ricostruirsi una nuova esistenza e in seguito ad una forte vincita ai tavoli verdi di Montecarlo, Mattia Pascal, alias Adriano Meis, si stabilisce a Roma in una pensione dove ne seduce la figlia del proprietario, Adriana. Purtroppo il destino gli è contro e lui dovrà fingersi di nuovo morto ed abbandonare la donna che ama. Sconfitto ritorna al paese d’origine ma la moglie si è rifatta una vita con il suo più caro amico, sposandolo, e per lui non c’è proprio speranza: Mattia Pascal dovrà tornare alla condizione di morte e, ironia della sorte, anche portando anche i fiori sulla sua medesima tomba, così il microcosmo che gli gira intorno si ristabilirà e lui stesso, nella finzione della morte, troverà la sua ragion d’essere.
Quello della doppia identità è un tema molto attuale, che per merito della bravura degli attori ha colpito ne proofndo i nostri animi .
Abbonizio Noemi

Ultima modifica ilMercoledì, 27 Marzo 2013 10:12
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