IL FU MATTIA PASCAL

IL FU MATTIA PASCAL
Cosa vuol dire trovarsi “dietro il sipario” con Tato Russo? Un grande inimitabile maestro che, come lo esalta il quotidiano “Il Veronese”, è “l’unico vero autentico genio del teatro italiano”, e ne è pienamente consapevole..sicuramente un’occasione. Dietro al testo dello spettacolo, si cela un’attenta e tecnica regia, e non un semplice copia-incolla. “Il Fu Mattia Pascal” è un intenso romanzo, ma purtroppo non un’opera teatrale, per questo lo spettacolo si concretizza in un atto di sintesi delle descrizioni e delle riflessioni, e diventa una porta aperta verso l’immaginazione. Mattia Pascal ha tante vite e questo non gli permette di viverne una, per questo è molto difficile rendere Mattia Pascal un personaggio unico, spiegano gli attori. Oggi sul palcoscenico ci confrontiamo con una trasposizione nuova, ricca e valente, perché forte di trent’anni di vissuto all’interno, anni che si manifestano sulla scena attraverso la differenza di età tra due Mattia Pascal, il protagonista del romanzo di Pirandello e il nostro, molto più anziano, attore principale. L’opera prende vita da un atto creativo originale che parte da un ricordo delle tante identità che un uomo assume durante la sua vita; questa memoria ha compiuto lo stesso percorso in Russo come in Mattia Pascal, proprio come lo stesso attore ci racconta. Sotto l’esame del pubblico c’è un’immagine un po’ onirica e metafisica della vita fatta di mille sfaccettature, nessuna definitiva, che rendono impossibili i tentativi di definirci; tutto ciò apre il sipario su un racconto fatto di ricordi e una narrazione fatta di apparizioni. Infine alla spettatore rimarrà il senso della filosofia di Pirandello, basata sulla matematica dei quanti, secondo la quale “noi esistiamo soltanto in relazione ai sentimenti, alle inclinazioni e ai gusti dell’altrui giudizio.”
Stefania Blasioli
Liceo Classico II A