“Grigia Assenza”
- Scritto da Gaia Trivilino
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Sabato 25 gennaio 2025, alle ore 21:00, il Teatro Fenaroli di Lanciano ha ospitato “Grigia assenza”, un’opera di Roberto “Tito” Cossa, che ha saputo suscitare un ampio ventaglio di emozioni nel pubblico. La pièce, diretta da Stefano Angelucci Marino, con Rossella Gesini, Giordano Gaspari, Paolo del Peschio e Stefano Angelucci Marino, si proponeva di esplorare le profondità dello spaesamento, dell’incomprensione, delle radici e delle identità in un ambiente sempre “straniero” e intrecciato tra le capitali Buenos Aires e Roma, ma anche familiare grazie alla bottega tipica gestita dalla famiglia italo-argentina. Attraverso una narrazione che ha non ha mostrato difficoltà nel mantenere la curiosità del pubblico, gli attori, sotto la guida della regia, sono riusciti a interpretare con impegno e in maniera fedele i loro ruoli, portando in scena personaggi credibili e ricchi di sfumature, nonostante la monotonia di alcune sequenze abbia spesso messo a dura prova l’attenzione e l’interesse da parte degli spettatori. In particolare, il boccone più difficile da mandar giù è stata la durata di alcune scene, che hanno reso difficile mantenere alta la concentrazione, questo anche perché la rappresentazione originaria dalla quale è stata ispirata la commedia aveva una durata nettamente inferiore. In alcuni momenti la narrazione sembrava stagnare, con dialoghi che si ripetevano in modo quasi meccanico, senza portare una reale evoluzione alla storia. Ma l’obiettivo forse era proprio questo: quello di far capire come nella realtà una situazione simile porti a creare quasi un effetto di stasi nella vita di tutti i giorni, purtroppo appesantendo l’esperienza complessiva della quotidianità per alcuni individui. Tuttavia, va sottolineato che il mix di lingue e dialetti utilizzato nell’opera sia stata una trovata molto interessante, capace di aggiungere una dimensione unica al racconto e di caratterizzare ulteriormente i personaggi, rendendo la proposta originale e vivace sotto questo punto di vista. Nonostante tutto, è bene evidenziare che la parte musicale ha delineato un aspetto assolutamente positivo. Le composizioni, ben inserite nel contesto e nella recitazione, hanno accompagnato la narrazione con grande delicatezza e coerenza, creando atmosfere suggestive senza mai risultare invadenti, anzi aumentando il pathos drammatico proprio della storia e quasi alleggerendo la pesantezza di alcune situazioni. Un altro elemento degno di nota è stato l’uso delle maschere, realizzate da Stefano Perocco di Meduna, che ha saputo esasperare le emozioni e i ruoli dei personaggi in modo simbolico e visivamente coinvolgente. Queste, con il loro design curato e significativo, hanno permesso di amplificare i contrasti tra i personaggi, mettendo in evidenza i tratti salienti delle loro personalità e creando una distanza teatrale che ha accentuato il messaggio della pièce. Questa scelta registica ha aggiunto profondità visiva allo spettacolo, regalando momenti di grande impatto estetico. In conclusione, “Grigia assenza” ha senza dubbio una proposta interessante, ma la sua eccessiva lunghezza e la ripetitività di alcuni passaggi rischiano di far perdere di vista la forza del messaggio. Un ritmo più variegato e una maggiore economia nelle sequenze avrebbero certamente valorizzato di più l’opera, evitando che il pubblico si sentisse intrappolato in una spirale di ripetizioni. Tuttavia l’impegno degli attori e la qualità di scenografia e colonne sonore sono riusciti a far emergere il lato positivo di questo spettacolo, che merita una riflessione sulla condizione umana quando sottoposta a realtà estreme.