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La Purga

La pièce teatrale \\\"La purga\\\", realizzata dal regista Antonio Cirillo, è il risultato di una rivisitazione di una delle vaudevilles di George Feydeau, \\\"On purge Bebè (Purghiamo il bimbo) \\\".
L\\\'intera storia è incentrata su due eventi importanti: la voglia, da parte del Signor Follavoine (interpretato dal regista stesso), fabbricante di sanitari e inventore della porcellana infrangibile, di vincere una gara d\\\'appalto, promossa dal Ministero della Difesa, per fornire un vaso da notte a ogni soldato dell\\\'esercito, e l\\\'urgenza di purgare suo figlio costipato che non ha intenzione di ingerire il purgante. Innanzitutto, per evidenziare il mestiere di Fallavoine e il fulcro della storia, tutta la rappresentazione si svolge non in un semplice salotto di fine \\\'800 inizi \\\'900 ma uno studio, stile anni \\\'70, pieno di water (ispirandosi a una scena del film \\\"Il fantasma della libertà\\\" in cui la socializzazione si svolge nell\\\'atto di defecare e invece il pranzo è consumato in solitudine in uno stanzino), vasi da notte e spazzoloni (posti, secondo me, sul tavolo come a sostituire dei semplici vasi di fiori).
Oltre allo strano personaggio del Signor Follavoine sulla scena si presentano altri personaggi bizzarri:
- la domestica ignorante che esegue degli ordini anche abbastanza stravaganti;
- la moglie di Follavoine, Giulia, ossessivamente protettiva nei confronti del figlio Totò, che all\\\'inizio dello spettacolo instaura un’accesa discussione con il marito, partita da un secchio d\\\'acqua sporca, che termina, dopo invettive, lamenti e rimpianti, con l\\\'annuncio della costipazione del figlio cui il signor Fallavoine dà poca importanza;
- Totò, un bambino-adulto di sette anni (ispirato al protagonista della commedia \\\"Victor o i bambini al potere\\\") che per non purgarsi crea scompiglio tra i personaggi;
- il signor Chouilloux, funzionario miope del Ministero della Guerra che dovendo controllare l\\\'infrangibilità della porcellana di Follavoine si ritrova immischiato nelle faccende famigliari del protagonista con spiacevoli conseguenze;
- e la moglie di Choilloux che cornifica il marito e che, come per completare il quadro della rappresentazione, emette peti ogni volta che si emoziona.
Dunque penserete che tutta la storia sia piena di riferimenti espliciti alla merda e invece questa parola non è pronunciata nemmeno una volta in tutta l\\\'opera, infatti sembra che questo termine causi anche una certa vergogna per i personaggi . Affianco all’ostentazione, tramite la presenza in scena di molti sanitari, di questa funzione fisiologica sono presentati inoltre, nelle relazioni tra i vari personaggi, i problemi che affliggono le famiglie borghesi : la rispettabilità, il ruolo della servitù, l’educazione dei figli, il rapporto tra coniugi e le regole dell’ospitalità.

Per concludere, credo che questa pièce sia davvero completa perché oltre a farci ridere dall’inizio alla fine , grazie al gran numero di battute, fraintendimenti e vicende bizzarre, e anche capace di farci riflettere , grazie soprattutto alla rivisitazione di questa vaudeville che ha reso più vicina a noi la famiglia Follavoine con le sue problematiche.
Ultima modifica ilMercoledì, 07 Novembre 2012 19:38

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