Log in

RACCONTI DISUMANI

Giovedì 12 dicembre alle ore 21:00, il teatro Fenaroli di Lanciano ha ospitato e visto il sold out per un capolavoro teatrale della Stagione di prosa 2024/2025, “Racconti disumani”. Grazie alla celeberrima regia di Alessandro Gassmann e all’abilissima e dinamica recitazione di Giorgio Pasotti, nello spettacolo sono state rappresentate due opere, rispettivamente “Una relazione per un’accademia”, che narra l’eccezionale trasformazione di una scimmia, e “La tana”, il racconto di un uomo che, come una talpa, si rifugia sottoterra per paura di un pericolo inesistente. È bene affermare che l’attore, nonostante si trovasse da solo in scena, non solo ha saputo esprimere con maestria le fragilità umane, alternando riflessioni profonde a momenti leggeri e dimostrando una capacità attoriale fuori dal comune, ma ha intrapreso un lavoro meticoloso studiando con estrema attenzione movimenti, voce e linguaggio nonché costruendo due personaggi distinti nei loro aspetti peculiari. Tra le due storie, ho trovato particolarmente affascinante “La tana”, per l’energia della narrazione e per l’uso del linguaggio originale, che mescola sapientemente diversi dialetti, regalando alla vicenda un tono più vivace e accattivante. Tuttavia, anche “Una relazione per un’Accademia” mi ha colpito profondamente, soprattutto per l’intensità emotiva e sociale del tema della trasformazione, che Pasotti ha interpretato con un’immensa grandezza d’animo. Le due storie si sono distinte anche per la cura dei dettagli scenografici e dei costumi: dal vivace completo rosso dello scimpanzé alla parete inclinata forata atta a rappresentare la complessa e reale struttura di tunnel creati dalle talpe. A mio avviso, uno degli elementi più suggestivi dell’allestimento è stato il sottile telo nero che separava il pubblico dalla scena, utilizzato non solo come divisorio, ma come strumento narrativo. Su di esso venivano proiettati testi e animazioni che arricchivano la rappresentazione, amplificando i temi di alienazione e isolamento tipici delle opere di Kafka e donando una dimensione visiva coinvolgente tramite l’enfasi di un’atmosfera misteriosa e introspettiva. Sebbene la colonna sonora, in alcuni momenti, non fosse perfettamente integrata con la recitazione, il telo ha saputo compensare con la sua capacità di rendere l’esperienza immersiva e profondamente emozionante. Infine le luci, quasi come altre protagoniste, affidate a proiettori puntati sull’attore, hanno evidenziato la solitudine e le debolezze dell’essere umano, trasformando ogni quadro scenico in un’immagine drammatica e suggestiva. Dunque Giorgio Pasotti, guidato dalla visione di Alessandro Gassmann, è riuscito a portare in scena l’essenza più intima e complessa dell’uomo, rendendo “Racconti disumani” un’opera di grande valore, capace di attualizzare i temi imperituri di Kafka. Lunghi applausi hanno concluso uno spettacolo indimenticabile, il quale personalmente consiglierei a un pubblico attento e interessato a temi come l’alienazione, la solitudine e la critica sociale e morale.

Gaia Trivilino

Log in or Sign up